Rifiuto reale o solo una sensazione?
Il rifiuto sociale può essere una realtà evidente, sopratutto quando si è vittima di bullismo (a scuola o sul lavoro). Si diventa oggetto di aggressioni da parte di un gruppo spesso diretto da un narcisista perverso. Altrimenti, è solo frutto di diffidenza. Diciamo che quando ci presentiamo in un nuovo gruppo, le persone di fronte a noi sono prudenti e impiegano un po’ di tempo a fare conoscenza.
👉 In questo caso, non si tratta di una reale intenzione di esclusione. Parliamo piuttosto di distanza o anche di indifferenza, cosa molto difficile da vivere quando si tratta di persone ipersensibili.
La paura di non essere accettati
Bisogna sempre fare un passo indietro e farci delle domande sulla nostra vulnerabilità rispetto alla non riconoscenza o non accettazione da parte degli altri. Quando si ha paura, si tende a vedere questa paura dappertutto. Lo stesso vale per l’esclusione sociale. Ecco quindi che comincia un vero e proprio circolo vizioso, la paura di avere paura. A partire dal momento in cui abbiamo paura di qualcosa, abbiamo una percentuale maggiore di rischio di provocarla.
👉 La paura rischia di turbare il nostro comportamento sociale e quindi portare a una reale esclusione.
Le conseguenze traumatiche
Questo senso di esclusione e questa paura di non essere accettati si instaurano spesso in seguito a un’infanzia complicata. Durante questo periodo fondamentale della nostra vita potrebbero nascere dei dolori emotivi e diventare delle vere e proprie ferite invisibili in età adulta che scatenano dei meccanismi di difesa. 💔 Per esempio, se uno dei nostri genitori ha avuto un rifiuto nei nostri confronti, in maniera incosciente o meno, potrebbe renderci più fragili e sensibili all’argomento. La ferita dell’esclusione perdura nel tempo, anche da adulti. Ecco perché è fondamentale capire la ragione di questa paura.
👉 L’autrice del libro “Le 5 ferite e come guarirle”, Lide Bourbeau, ne parla molto bene, spiegando che le 5 ferite che ci impediscono di vivere felici sono: il rifiuto, l’abbandono, l’umiliazione, il tradimento e l’ingiustizia.
La nascita del sentimento di esclusione
La paura dell'abbandono nasce quindi durante l’infanzia. Ci sono diversi casi in cui il bambino può sviluppare questo trauma. Per esempio:
- Se si è un figlio non desiderato o “un incidente”.
- Se i genitori, o uno dei due, desiderava il sesso opposto (un maschio se siete femmine o viceversa).
- Se uno dei genitori ha avuto un comportamento di esclusione o indifferenza rispetto a uno dei nostri bisogni.
- Se uno dei genitori ha espresso un’aspettativa smisurata.
- Se, al contrario, il bambino è stato troppo protetto. Il messaggio che ci arriva è che siamo troppo fragili e incapaci di guarire da soli.
La fuga come abitudine sociale
Di conseguenza, se hai una ferita da esclusione dentro di te, adotti un determinato comportamento. Spesso l’elemento caratterizzante è la fuga, anche se non ce ne rendiamo conto.
- Voler stare soli
- Sminuirsi
- Nascondersi davanti agli altri
- Non guardare negli occhi
- Non esprimere la propria opinione
- Parlare poco
- Paura di non essere capiti
- Adattare il proprio comportamento per piacere
- Cambiare argomento quando qualcosa ci fa paura
- Essere spesso tra le nuvole (lontani dalla realtà)
- Rimuginare su certe situazioni o conversazioni
- Essere perfezionisti
- Non sentirsi importante
- Evitare certe situazioni sociali (compleanni, feste, pranzi di famiglia ecc)
- Essere in conflitto con il genitore dello stesso sesso
- Percepire una netta differenza tra la realtà e le aspettative
📌 La cosa più difficile da vivere è quindi la differenza tra ciò che abbiamo vissuto e le nostre aspettative. Una ferita da rifiuto può impedirci di integrarci a causa di nostri comportamenti più o meno coscienti. Così nasce il sentimento di esclusione e non si riesce a colmare la nostra voglia di solitudine. Si ha l’impressione di non riuscire a legare con gli altri. |
Per uscire da questo circolo vizioso e sentirsi finalmente accettati è necessario passare per 4 step:
- ✔️ Capire da dove viene il senso di rifiuto
- ✔️ Liberare le emozioni intrappolate
- ✔️ Fare un passo avanti verso gli altri
- ✔️ Esistere nonostante l’assenza di uno sguardo valorizzante
👉 Si tratta di un lavoro molto difficile da fare da soli, ecco perché è bene farsi accompagnare da un professionista. Bisogna capire le proprie ferite passate per riuscire a sciogliere il nodo e non sentirsi più esclusi.
Il consiglio della redazione: na sensazione fonte di grande sofferenzaLa sensazione di essere rifiutati e di non riuscire a integrarsi è causa di grandi sofferenze e potrebbe portarti a ripiegarti su te stessa, a doverti adattare agli altri per piacere. Ecco perché è importante identificare le cause di questo sentimento di rifiuto e lavorare sull’argomento con l’aiuto di uno psicologo. Insieme, potrete identificare le ragioni di questo malessere e trovare un modo per avanzare.
🤗 Capirsi, accettarsi, essere felice… Qui e ora! #BornToBeMe
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