Che cosa si intende con il termine frustrazione?
Potremmo definire la frustrazione come la distanza tra ciò che vorremmo e quello che abbiamo realmente. Più la differenza è marcata, più la sensazione è spiacevole. La frustrazione è dunque l’emozione negativa che sentiamo quando non otteniamo ciò che vogliamo.
👉 Per essere precisi, la frustrazione è un’emozione secondaria perché è l’unione di rabbia e tristezza. In alcune persone notiamo una predominanza di una di queste due emozioni primarie. A seconda dell’esperienza e soprattutto dell’educazione, alcuni esprimeranno la frustrazione con la tristezza, altri con la rabbia.
Da cosa deriva la frustrazione?
Con un po’ di fortuna, abbiamo tutti un inizio abbastanza felice. Da bebè servito e riverito, la situazione precipita repentinamente qualche mese o anno più tardi, a seconda dei casi, quando ci vengono imposti i primi limiti.
Diventati adulti avremo tendenza a pensare che la nostra frustrazione è sempre generata da eventi o persone esterne, ma in realtà è spesso provocata dal nostro stesso comportamento e in particolare dalla nostra tendenza a paragonarci agli altri. E ovviamente ci paragoniamo a persone più belle, più ricche, più intelligenti. Ecco cosa aumenta il nostro sentimento di frustrazione e scatena la gelosia. Ma non è sempre colpa nostra, la frustrazione può venire anche dagli altri: un sentimento che non è ricambiato, un commento sgradevole, la mancanza di riconoscenza… le opzioni sono tante 🙄. In fin dei conti, si tratta solo di complessi inutili.
Paragonarsi agli altri è il miglior modo di generare frustrazione o addirittura gelosia.
Perché la frustrazione è necessaria?
Ci apporta così tanto malessere che ci viene da chiederci se sia davvero necessaria. La risposta è sì. Ma non accettare la frustrazione non implica l’essere felice. Se si insegna ai bambini che non possono sempre avere quello che vogliono è perché è un dato di fatto: la vita non ci offre tutto quello che vogliamo. Non capirlo da adulti può metterci in situazioni regolarmente inconfortevoli. Il mondo non è progettato per adattarsi ai nostri bisogni. Quindi se si passa il tempo a soffrire della distanza che esiste tra ciò che vogliamo e quello che possiamo ottenere il malessere è permanente. 👉 La frustrazione è permanente. E di conseguenza anche la la rabbia e la tristezza…
📌 La frustrazione serve per permetterci di andare incontro ai nostri desideri e saperli riconoscere. È anche un modo di imparare ad esprimere quello che vogliamo davvero, manifestarlo, chiederlo e a volte a ottenere delle soddisfazioni. Perché sì, la soddisfazione esiste e non ne sentiremo gli effetti se non conosciamo il desiderio, la mancanza e… la frustrazione! |
Come gestire e superare la frustrazione?
La frustrazione è necessaria ma rimuginare sulle emozioni negative non è mai costruttivo. Ecco perché bisogna imparare a gestire la frustrazione per poterla accogliere meglio.
1) Prendere le distanze
Coloro che hanno già visto un bambino rotolarsi per terra piangendo per una caramella sanno di cosa parlo 😉. Con la frustrazione bisogna saper fare un passo indietro. Non viene spontaneo, sono d’accordo, ma quando senti la frustrazione affiorare, cerca di vedere la situazione nel suo insieme. Prendi le distanze dagli eventi e osserva gli aspetti negativi, che causano la frustrazione, e quelli positivi della situazione.
2)Sentire in profondità
È una tecnica che funziona bene con le emozioni forti come la collera, la tristezza o la gioia. Bisogna farsi lasciar prendere dall’emozione, viverla e lasciarsi andare 🙏. L’idea non è quella di esprimerla, quindi evitiamo le urla o altre forme di esplosione, ma cerchiamo più che altro di sentire in profondità.
Funziona un po’ così con tutto in realtà. Se ti dico di non pensare al rosso, penserai inevitabilmente al rosso. Con la frustrazione è uguale. Più cerchi di trattenerla, più la senti. Osservare, sentire e lasciar correre ti permetterà di non agire sotto l’effetto dell’emozioni ma anche di capire da dove viene questa frustrazione e quello che puoi fare per attenuarla. Devo esprimere meglio una domanda? Devo lavorare di più? Devo seguire un’altra strada? E così via…
3) Accettare o cambiare
Di fronte ad una situazione frustrante dobbiamo sempre prenderci il tempo di chiederci se si tratti di una situazione per la quale non possiamo fare niente. In questo caso, bisognerà accettare imparando proprio a lasciar correre. O se si tratta di una situazione che possiamo modificare, allora la frustrazione diventa il nostro allarme interno, quello che ci dice “svegliati, così non va, cambia comportamento (carriera, partner, Paese).” Sta a noi poi fare i cambiamenti necessari o accettare la situazione così com’è 🙂.
Annegati nella frustrazione, il rischio è grande. Ecco perché è fondamentale di averla come alleata. La minima contrarietà non deve diventare frustrazione e questa deve servire da bussola verso le nostre più profonde aspirazioni.
Il consiglio della redazione: attenzione all’intolleranza alla frustrazioneLa frustrazione è un classico, ma attenzione a gestirla al meglio perché l’intolleranza alla frustrazione porta con sé diverse conseguenze: stress, rabbia, depressione ecc. La frustrazione porta sempre con sé un messaggio. Bisogna interrogarsi per capire cosa succede dentro di noi. Perché mi sento frustrato/a? Da dove deriva questa frustrazione? Una tendenza al perfezionismo che vi spinge a voler avere tutto sotto controllo? Un’educazione senza limiti chiari che vi rende difficile confrontarvi con i limiti della vita? Esistono diverse ragioni possibili, ecco perché è importante realizzare questo lavoro su di sé in compagnia di uno psicologo.
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Fonte: psicologionline