Genitori allo stremo, attenzione al burn-out materno

Aggiornato il da Paola Ferraro

Burn-out. Quando sentiamo questa parola, spesso pensiamo all’ambito professionale. Lo sfinimento fisico ed emotivo, l’insofferenza, l’impressione di essere sommersi, non avere voglia di niente, il continuo stress e la perdita di fiducia in se, sono sensazioni che colpiscono anche i genitori. Quando la discesa è ripida e conduce dritta all’inferno, si può parlare di burn-out genitoriale, che può portare alla depressione. La madre è probabilmente la più propensa, dunque nessun senso di colpa, bisogna prenderne atto e lasciarsi aiutare.

Genitori allo stremo, attenzione al burn-out materno
 Sommario

Cos'è il burn-out materno? Come si manifesta?  🤔

Il burn-out materno comincia spesso a causa di una quotidianità troppo pesante da sostenere. Uno, due, tre bambini, più o meno piccoli, da gestire, insieme alla propria vita professionale e/o alle proprie attività. Casalinga o no. Madre single o no. Il burn-out materno può capitare a tutte le mamme.

6:30, al risveglio è già una corsa. Il marito è lì ma se ne sta per andare. 7:00, ci si ritrova sole con una scarpa in mano, non la nostra. Un giubbotto mezzo infilato, non il nostro. Dei capelli da pettinare, non i nostri. Lasciamo tutto questo da farsi nelle mani della babysitter con un grande senso di colpa. Non hai avuto il tempo di cambiare il pannolino a Francesco prima di andare via e Ludovica ha una macchia sulla gonna… Inoltre, il saluto prima di andare, molto (troppo) breve. Si riprenderanno. E ora, bisogna dedicarsi alle proprie occupazioni.

18 :00, si torna a casa. A casa? Una vera e propria baraonda dove, gettati alla rinfusa, si trovano giocattoli, vestiti, biscotti e prodotti da bagno. Per non parlare della polvere. 5 giorni senza aver avuto il tempo di passare la scopa. Papà non è ancora rientrato a casa. Sta ponendo le basi per il suo personale burn-out: anche questo è angosciante. E questa sera, come tutte le sere, la corsa ricomincia, con un solo obbiettivo: le 20:00, tutti a letto. Ma prima, ancora, come una macchina, i bagnetti, la cena, le grida, i pianti, le crisi, i “questo non mi piace”, “non voglio andare a letto”, le storielle per addormentarsi e le coccole. Una volta che la porta della cameretta è chiusa, si scoppia in lacrime.

La redazione ti consiglia - Piangere davanti ai propri figli: segno di debolezza o lezione di vita?

Perché non sopporto i miei figli?🆘

Impossibile capire quando tutto ha avuto inizio. È successo poco a poco, tra la voglia di fare tutto al meglio, il rumore, l’agitazione, la solitudine e un insoddisfatto bisogno di gratitudine. Tutte le sere sdraiata nel letto, mi passava per la mente la lista della mie responsabilità, domestiche, finanziarie, educative e affettive. Dovevo rispondere a tutte le sollecitazioni, gestire le crisi, tutto questo con le lacrime agli occhi e una grandissima voglia di dormire. Ero sul punto di odiare i miei figli. Le loro richieste (o meglio, esigenze) assurde, le grida stridule, i pianti esasperati e il costante bisogno di attenzione. Ero diventata una macchina. Non avevo scelta, mio marito lavora troppo, rimanevo spesso sola con loro, dovevo gestire tutto a ogni costo. Ogni bacio, ogni rimprovero, ogni gesto era fatto controvoglia, senz’anima e senza cuore. Alle volte, quando giocavano, mi sdraiavo per terra, esausta, e loro mi giravano attorno, mi chiamavano. Io non rispondevo, avrei voluto urlare loro contro. Mi sentivo orribile perché li trovavo odiosi, pensavo che era colpa mia se loro non erano empatici, se non riuscivano a stare calmi. Poi, giravo la testa, il mio sguardo ricadeva inevitabilmente sul mucchio di roba sporca e mi trattenevo per non scappare via correndo.

Potrebbe interessarti: Burn-out in amore? Ecco quali sono i sintomi!

La constatazione

Una sera, mia madre mi ha chiamata per dirmi che le si era bloccata la schiena. Era impossibile che badasse ai bambini il pomeriggio seguente. Sono crollata, letteralmente. Non riuscivo ad avere un minimo di compassione per mia madre. Questo pomeriggio era la mia ossessione da giorni, il momento che aspettavo più di ogni altro. Non riuscivo a credere che avrei dovuto rinunciarci. Detestavo tutti, odiavo la mia vita, mi sentivo allo stremo delle forze. Sono crollata o, più precisamente, sono esplosa. Tutto è uscito di botto. Urlavo, piangevo, colpivo i muri, non riuscivo più a respirare. Mio marito era sconvolto, non aveva capito quanto stavo male ed è stato lui a prenotare l’appuntamento, per me, con il mio medico curante. Quest’ultimo mi ha consigliato di andare da una terapeuta e mi ha prescritto degli antidepressivi. Sono caduta dalle nubi. Non avrei mai pensato di essere così fragile. Per me era un vero e proprio fallimento. Ma, alla fine, tra le sedute con la psicologa e il gruppo di parola con altre madri, sono riuscita a risalire quella che prima era una discesa insormontabile e smetterla con gli antidepressivi.

donna pensierosa

Sfatare il mito della mamma perfetta 👩

Ancora oggi, in quanto madre, è difficile ammettere che qualcosa non va, che non siamo felici o che odiamo la nostra vita. Una madre deve essere felice, perché i figli portano gioia. Salvo che, quando non proviamo tutto ciò, la pressione e il senso di colpa diventano ancora più forti. Questo mito della maternità felice ci impedisce di confidarci e ci porta ad una profonda sofferenza mentre, a casa nostra, riecheggiano lo stress, la stanchezza, e lo sfinimento. Non c’è nessun bisogno di arrivare al burn-out genitoriale per sentirsi depresse… ma allora, come gestire la situazione?

1)Imparare a conoscere i propri limiti ✋

Stanchezza, nervosismo: bisogna accettare queste condizioni e permettersi di fare un po' meno. Magari facendosi aiutare in casa come altrove, o magari imparando a mollare la presa.

2)Lasciare la presa 😌

In quanto madre, rivalutare le proprie basilari esigenze è essenziale! Se i bambini non fanno il bagno tutti i giorni, non è la fine del mondo. Se una volta mangiano con le dita, non è la fine del mondo, se vanno dalla tata con una macchiolina nei vestiti o con una maglietta un po' troppo stretta, perché non c’è stato il tempo di lavare il mucchio di panni sporchi, non è la fine del mondo! Nessuno ne rimarrà scandalizzato!

3) Bisogna confidarsi e parlarne 🗣️

Con il proprio partner, i genitori, la baby sitter, la psicologa, il medico, una buona amica, etc. Non bisogna provare vergogna e, al contrario, è necessario dare ascolto alle proprie emozioni. Non è una tragedia stare male ed essere stanche, ciò che è grave è non farsi aiutare. Cerca anche di trovare del tempo da ritagliare solo ed esclusivamente per te, per rilassarti. Nessuno se la prenderà nel vederti più rilassata.


Il consiglio della redazione – Quali sono i sintomi del burn-out genitoriale?

Per potersi prendere cura di se stesse, è indispensabile saper riconoscere i sintomi del burn-out:

1) Ti innervosisci spesso
Anche se è normale avere delle incomprensioni in famiglia, ti rendi conto che ti innervosisci più di prima. Ogni gesto e parola del tuo congiunto o dei tuoi bambini ti danno fastidio.

2) Sei esausta
Hai l’impressione di non aver ricaricato le batterie anche dopo una bella dormita e, al contrario, soffri d’insonnia.

3) Sei meno motivata
Compi le tue attività quotidiane in modo meccanico, non rifletti più e le fai senza averne veramente voglia. Devi liberarti di questo carico di lavoro mentale.

4)  Perdi fiducia in te stessa
Ti paragoni agli altri genitori che, ai tuoi occhi, sembrano perfetti. Riescono a prendersi cura di loro stessi, ad andare a lavoro, a giocare con i bambini, a fare la spesa, a pulire la casa e tutto nell’arco della stessa giornata! Impensabile per te. Perdi la fiducia in te stessa, ti sminuisci. Tuttavia, sappi che non sei sola!

5) Hai dei vuoti di memoria
Ti dimentichi sempre più spesso gli appuntamenti dal dottore, i compleanni o gli incontri con i tuoi cari. Attenzione, è uno dei segni più evidenti di sfinimento!

In conclusione, il burn-out spesso è vissuto come un periodo particolarmente buio. Qualunque età abbiano i tuoi figli, è possibile che anche loro abbiano preso consapevolezza di questo momento delicato e doloroso e che lo abbiano, chi più chi meno, vissuto male. Quando saranno più grandi, non esitare a parlare di questo momento con loro. Sarà l’occasione di mostrare loro che una vita adulta, di genitore e di madre (in ambito familiare e no), non è così facile come sembra.

🤗 Capirsi, accettarsi, essere felici... Qui e ora! 
#BornToBeMe


Altri articoli che potrebbero interessarti:

Fonte: tizianacorteccioni.it

Articolo suggerito da Paola Ferraro

La scrittura è sempre stata la mia terapia, da quando ho memoria ho sempre usato la carta come sacco da boxe. Impara a conoscermi, sono Paola Ferraro.

Gli articoli appena pubblicati

I nostri messaggi per ringraziare qualcuno: è importante dire grazie!

Grazie. Una parola semplice, ma che significa molto! A volte vorremmo dire molto di più, oppure le nostre emozioni hanno la meglio. Non è facile sapere come ringraziare o dire un grazie corretto... Ecco perché ho preparato per te alcuni messaggi per ringraziare qualcuno. È così importante dire grazie, quindi tanto vale farlo nel modo giusto!

L'intensificazione dell'impegno o come andare dritti contro il muro!

Potresti dire a te stesso: "Tanto vale andare fino in fondo", ma non ti stai forse prendendo in giro? Molto spesso ci convinciamo di dover portare a termine ciò che abbiamo iniziato, perché ci fa sudare aver sprecato tempo e denaro. Ma questa è una pessima idea e un fenomeno che può essere spiegato con l'intensificazione dell'impegno. Che cos'è? Perché continuiamo ad andare nella direzione sbagliata? Diamo un'occhiata alle conseguenze di questo impegno e scopriamo come uscirne. Spiegazioni.

Iperfagia: comprenderla per liberarsene

Alcune persone non riescono a fare a meno dell'abbuffarsi. È un problema che riguarda molti ed è per questo che è importante capire di cosa si tratta e il modo in cui questa tendenza influenza il rapporto con il nostro corpo e con il cibo. L’iperfagia, cioè l’aumento dell’appetito che diventa quasi incontrollabile, è un disturbo facente parte del gruppo dei disturbi alimentari e può causare grandi sconvolgimenti, sia fisicamente che mentalmente. È importante capire questo disturbo per potersene liberare una volta per tutte. Cerchiamo di chiarirci le idee a riguardo.

Fare un bambino da sola, perché no?

Eh già, perché no? Probabilmente sono molte le donne che con l’avanzare degli anni si pongono questa domanda, spinte dalla paura di perdere la possibilità di essere madre. Io mi sono posta un ultimatum: se tra 10 anni avrò il desiderio di essere madre ma non starò con nessuno, il mio bambino me lo farò da sola! So che l’orologio biologico avanza e non voglio rimpiangere di non avere avuto un figlio a causa delle mie scelte di vita…

Come prepararsi ad un possibile nuovo lock-down?

È inutile mentirsi, questi ultimi giorni, abbiamo tutti l’impressione che un nuovo lock-down ci stia con il fiato sul collo. Terrorizzati? Forse un po’, ma adesso, abbiamo dell’esperienza in materia di lock-down. La scorsa primavera è stata ricca di insegnamenti. In caso di nuovo lock-down, faremo meglio promesso!

Come affrontare gli stro*zi al lavoro? 5 consigli utili

Il libro "Psicologia della stronzata" di Jean-François Marmion, psicologo e direttore della rivista francese "Psy", decifra il fenomeno crescente delle persone insopportabili e presuntuose al lavoro. Sia nella nostra cerchia di amici, nella nostra famiglia o al lavoro, c’è sempre una persona che non sopportiamo! Ma allora, come facciamo ad individuarla e sbarazzarcene?

DCA: quello che c’è da sapere sui disturbi alimentari

Tutte le donne prima o poi si ritrovano a seguire una dieta. Io stessa ne ho provate tante quando ero adolescente per poi capire che peggioravano i miei DCA. Da quel momento in poi continuavo a prendere e perdere peso ciclicamente. Infine ho capito che le diete sono distruttive, sopratutto quando si soffre di disturbi alimentari. Non essendo purtroppo l’unica in questa situazione, ho capito che è importante parlare dei DCA per farsi curare e ritrovare un rapporto sano con il cibo.

È necessario confessare anche una (piccola) infedeltà?

Eh sì, l’infedeltà è un argomento spinoso. Assecondando il tuo desiderio, hai ceduto al piacere colpevole di una relazione extraconiugale. E ora che fare? Confessare o rimanere zitti e nasconderlo? Ha senso confessare un qualcosa che per te non ha nessuna importanza?

Lo stalking: cos'è? come riconoscerlo?

Chi non hai mai spiato qualcuno sui social network? Chi non ha mai utilizzato Facebook o Instagram per scoprire cosa fa il proprio ex? 👀 Diciamo che sotto sotto siamo tutti un po’ stalker. L’arte di spiare sui social ha un nome ben preciso nella vita reale: stalking. Scopriamo meglio questo fenomeno che miete sempre più vittime.

Come rimanere amici dopo una rottura?

Quante volte dopo una rottura ci siamo chiesti in che rapporti stare con i nostri ex, a volte la risposta è semplice: cancellarlo per sempre dalla nostra vita, altre volte invece il dubbio di poter continuare un rapporto di amicizia è rimasto. Qual è la scelta giusta? Come si fa a decidere? Ecco i nostri consigli!

Wengood è anche musica...

Rilassati e ritrova la serenità 😌

Wengood Italia

  1. BerlinRY X
    2:54
  2. 13th of JanuaryPatricia Lalor
    3:00
  3. ExperienceLudovico Einaudi
    5:15
  4. Nuvole BiancheLudovico Einaudi
    5:57
  5. Una MattinaLudovico Einaudi
    3:23
  6. I GiorniLudovico Einaudi
    6:50
  7. PrimaveraLudovico Einaudi
    7:22
  8. Alone Again (Naturally)Gilbert O'Sullivan
    3:36
  9. Skinny LoveBon Iver
    3:58
  10. FlumeBon Iver
    3:39
  11. re:stacksBon Iver
    6:41
  12. Hey, MaBon Iver
    3:36
  13. Back To LifeGiovanni Allevi
    4:38
  14. Secret LoveGiovanni Allevi
    4:32
  15. Come sei veramenteGiovanni Allevi
    6:04
  16. FlowersGiovanni Allevi
    2:59

Gaslighting: l'arte ignobile di manipolare la mente


"Non preoccuparti se gli altri non ti apprezzano. Preoccupati se tu non apprezzi te stesso."


Confucio


Come superare un tradimento? 5 passi fondamentali!