Cos’è la transidentità?
Come accennavo nell’introduzione, la transidentità è il fatto di non identificarsi con il genere che la natura ci ha dato alla nascita. Per esempio, sono nata donna e mi identifico nel genere femminile, sono quindi “cis-gender” (termine opposto a transgenere o al più diffuso transgender). Purtroppo questo discorso non vale per tutti. Ecco un approfondimento:
👉 Una donna trans: una persona nata uomo ma che si identifica come donna. In questo caso la persona vorrà utilizzare nomi femminili per parlare di sé.
👉 Un uomo trans: una persona nata donna ma che si identifica come uomo. In questo caso la persona vorrà utilizzare nomi maschili per parlare di sé.
👉 Le persone non binarie: essere trans significa non riconoscersi nel binarismo dei generi. Certe persone non si definiscono uomo o donna. Altre, al contrario, si identificano come entrambi o con una via di mezzo.
Notare una differenza
Il miglior modo di sapere se si è trans è identificare delle differenze tramite:
- Il genere assegnatoci dalla natura alla nascita;
- Il modo in cui si è percepiti dalla società;
- Il modo in cui si percepisce se stessi.
Io ho un esempio di un amico che non si identificava come uomo ma come donna (qui d’ora in poi parlerò di lui al femminile). Può essere psicologicamente complicato arrivare a questa conclusione, soprattutto se prendiamo in considerazione il contesto sociale che ci circonda 😥. Riconoscere di essere transgender potrebbe anche causare la disforia.
La disforia di genere
Le differenze percepite provocano una dissociazione dell’immagine che abbiamo di noi stessi. Questo può trasformarsi nell’abbandono di sé fino all’odio per il proprio corpo, ovvero la disforia di genere. Quest’ultima può essere molto pericolosa, poiché può portare alla depressione o al suicidio… Se una persona prova una forte avversione verso il proprio corpo, potrebbe essere segno della transidentità.
⚠️ In ogni caso, non è una cosa che succede a tutti. Certe persone non arrivano a provare odio per i propri organi genitali e non capiscono di essere transgender. È difficile quindi per queste persone cominciare la transizione cambiando il proprio nome, i pronomi, il guardaroba, l’inizio di un trattamento ormonale o anche l’operazione.
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Metti da parte i preconcetti e i pregiudizi
Al di là del senso di diversità e della disforia, bisogna anche stare attenti a disfarsi dei preconcetti sulla transidentità. Si può essere transgender e:
- Amare le attività stereotipate del genere di assegnazione. Per esempio: un uomo trans a cui piace mettere lo smalto e truccarsi.
- Essere omosessuale nel genere scelto. Per esempio un uomo trans che preferisce gli uomini è considerato un omosessuale. Il genere femminile assegnato alla nascita dell’uomo trans “non esiste più”, si fa riferimento solo al genere scelto dalla persona. Solo il 22% delle persone trans si dichiarano eterosessuali.
- Capire di essere trans a qualsiasi età. Il 67% delle persone trans cominciano la loro transizione tra i 18 e i 34 anni.
- Essere stato madre o padre cisgender: di conseguenza, avere avuto dei figli prima della transidentità.
- Avere paura della transizione, o addirittura non volere/potere cominciare una transizione.
Il cliché del “lo sappiamo da sempre”
Una mia amica si è posta delle domande sulla sua identità per la prima volta a 25 anni. Ecco come sfatare uno dei cliché più consolidati su questo ambiente: no, non tutti le persone trans hanno sempre saputo di essere transgender. Lo si può capire a qualsiasi età per una infinità di ragioni, per esempio:
- Un meccanismo di protezione del cervello,
- Un contesto sociale in cui la transidentità è percepita negativamente o inaccessibile,
- La paura dell’abbandono dopo il coming-out,
- La mancanza di riflessione a questo proposito,
- Un particolare piacere nel “recitare” il genere assegnato alla nascita.
- Un rifiuto ignorato troppo a lungo ecc.
👥 Ci sono tantissime ragioni che possono celare a una persona la sua transidentità. È un percorso interno che richiede tempo e che ha bisogno di basarsi su un’introspezione regolare.
Proiettarsi nell’altro genere
Un buon metodo per sapere se si è transgender è cercare di proiettarsi ovvero, bisogna cercare di immaginare di essere nati nel corpo del genere opposto. Avresti voglia di restarci? Se la risposta è sì, vuol dire che magari sei transgender. In ogni caso, ci si può esercitare: “E se domani mi sveglio con un corpo dell’altro sesso, mi piacerebbe restare così?”. Ancora una volta, se la risposta è sì, potresti essere trans.
🧔👩 Ci si può proiettare anche socializzando. I social network permettono di crearsi un’altra identità online, tramite pseudonimi o altro. È un ottimo modo di vedere se ci piace socializzare in qualità di donna o uomo.
E il non binarismo?
In ogni caso, non dobbiamo dimenticare le identità non binarie. Si può avere voglia di essere considerati come uomo o donna, o anche entrambi. Bisogna anche immaginarsi di svegliarsi in un mondo in cui chiunque considera assolutamente normale non avere genere. Ti piacerebbe? Se sì, magari fai parte delle persone non binarie.
❤ ️Puoi essere tutto a partire dal momento in cui sei tu a deciderlo: donna trans, queer, ecc.
Farsi accompagnare per capirsi fino in fondo
Nessuno potrà mai darci la certezza della nostra transidentità. Sta a ognuno di noi intraprendere un percorso per capirlo. Ovviamente, abbiamo diritto di cambiare idea sul genere al quale vogliamo appartenere tutte le volte che lo reputiamo necessario. L’importante è essere in linea con se stessi. Non esiste un momento in cui non è possibile cambiare idea 🤗.
Per vivere meglio la propria transidentità, è altrettanto importante informarsi. Al giorno d’oggi ci sono tanti spunti per capire meglio la transidentità e tutti i dubbi che porta con sé. Inoltre, ci si può avvicinare ai gruppi LGBTQIA+ e/o alle associazioni, un’ottima soluzione per non restare da soli. Confrontarsi è fondamentale per capirsi 🙌!
Il consiglio della redazione: l’importanza di essere accompagnatiQuando iniziamo a farci domande sull’identità, il genere, su chi siamo veramente, la situazione può diventare subito difficile. Non sappiamo più chi siamo e qual è il nostro posto. Ecco perché è fondamentale farsi accompagnare da un buono psicologo durante questa fase. Non aspettare troppo per prendere appuntamento. |
Maggio informazioni su: infotrans
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Anonyme, 2 anni fa