Come sollevare il morale di un amico/a? 6 consigli per dare una mano

Aggiornato il da Ginevra Bodano

Non c’è niente di peggio che vedere una persona amica triste e non sapere cosa fare per consolarla. Quando ero più giovane, mi è già successo di sentirmi impotente di fronte alla tristezza delle persone a cui tenevo. Avrei voluto dare una mano, ma non sapevo come fare. Fortunatamente, crescendo e diventando più sensibile ai problemi di salute mentale, ormai so come comportarmi. Ecco quindi 6 consigli per risollevare il morale di una persona a cui tieni!

Come sollevare il morale di un amico/a? 6 consigli per dare una mano

6 consigli per risollevare il morale di un amico/a

1. Creare uno "spazio sicuro" e sapere ascoltare

La prima cosa da fare è mostrare che gli amici possono avere fiducia in noi e che non siamo qui per giudicarli. Io lo chiamo “safe space”, un posto sicuro in azioni ed emozioni non vengono criticate. Questo permette di rassicurare l’altro e mostrare che siamo presenti 🤗.

“Sono qui per te, lo sai che puoi dirmi tutto e che non ho intenzione di giudicarti. Sei un amico/a e voglio davvero aiutarti, quindi non avere paura di dirmi quello che hai dentro.”

Solo così si riesce davvero a svuotare il sacco e tirare fuori tutto ciò che crea disagio. A questo punto entra in gioco la seconda cosa più importante: l’ascolto. Non serve a niente dare consigli se non siamo capaci di ascoltare ciò che l’altro ha da dirci. E soprattutto, se non ascoltiamo a fondo, non si potrà rimediare ai problemi degli altri, ma guariremo le nostre ferite parlando tramite un prisma, come spiega la psicologa Patricia Delahaie. La persona che si confida deve sentirsi compresa e rilassata per andare avanti.

👉 Per essere sicura di aver ben capito ciò che l’altro ha da dirci, cerca di riformulare la problematica dicendo: “quindi è questo che ti crea problemi”?. Questo è l’atteggiamento dell’ascolto attivo, che mostra che siamo davvero coinvolti e desiderosi di dare una mano.

2. Adattarsi alla sua personalità

A volte dimentichiamo che non funzioniamo tutti nello stesso modo. Tra la sindrome del salvatore e la mia voglia di aiutare, a volte ho forzato un po’ troppo la mano. Il problema è che non viviamo tutti le stesse cose allo stesso modo: la fine di una relazione, un momento no, un licenziamento o un lutto 😟… ognuno reagisce a modo suo! Come spiega la psicologa, ci sono tante reazioni possibili. Certe persone avranno tendenza a chiudersi in se stessi per recuperare le forze, altre preferiranno rifugiarsi in una passione e altre ancora avranno bisogno di stare in compagnia, uscire e ridere.

“Dimmi cosa vuoi fare e mi adatto!”

Insomma, è facile capire che non reagiamo tutti nello stesso motivo, ci sono persone che possono restare mute a causa di un trauma, cosa che ha spesso luogo quando si manifesta un grande shock emotivo (/it/psicologia/stress/art-shock-emotivo). Bisogna quindi fare attenzione al ritmo della pressione e non imporre nulla, ma mostrare semplicemente di essere presente e pronta ad aiutare in caso di bisogno ❤️.

3. Condividere la propria esperienza

Una volta che avremo ascoltato, rassicurato, compreso potremo provare a condividere la nostra esperienza. Come ho già detto, non tutti hanno voglia o bisogno di sentire un altro vissuto delle cose. In ogni caso, nei momenti di dolore, si cerca generalmente di parlare con persone che hanno già vissuto esperienze simili, per vedere che è possibile stare meglio. Parlo per esempio delle rotture, ma potrebbero esserci delle cose anche molto più pesanti da vivere come il lutto di un parente (/it/psicologia/terapie/art-fasi-del-lutto). Mi è successo quando avevo 25 anni… Ormai, quando una persona a me vicina vive una cosa simile non ho neanche bisogno di parlare per mostrare la mia empatia e la mia comprensione del dolore 🤕.

“Quando ho vissuto quella cosa ho deciso di farlo e mi ha davvero aiutato tanto a sentirmi meglio. Forse dovresti provare anche tu per stare meglio, che ne pensi?”

⚠️Attenzione a non ricentrare la conversazione su di te! È necessario che l’altro resti al centro della conversazione, parlare di sé non serve a niente. Lo stesso vale per i consigli, distribuirne a destra e a sinistra non è necessariamente una cosa positiva. Bisogna andarci piano ed essere parsimoniosi, ricentrare la conversazione se noti che si allontana dal problema in questione.

4. Non esagerare

Quando si esagera, si finisce per fare peggio! È particolarmente vero soprattutto quando si parla di un licenziamento o di una separazione. Manca qualcosa all’altro e si cerca a tutti i costi di colmare questo vuoto 😖. Si può diventare maldestri, magari denigrando l’ex quando invece la persona prova ancora dei sentimenti. Personalmente, non ho mai apprezzato che mi dicessero che il mio ex era uno stronzo. Dopotutto, è stata una persona con cui ho condiviso 3 anni della mia vita 😅…

Potrebbe essere molto dura, anche quando si cerca un lavoro. Non serve a niente inviare offerte di lavoro di continuo, se non a peggiorare la situazione. Magari la persona soffre di burn-out e ha bisogno di tempo per rimettersi? Si rischia di peggiorare le cose, facendo nascere emozioni negative come il senso di colpa…

“Prenditi il tuo tempo: hai diritto di stare male e di avere dei momenti più complicati  di altri.”

5. Lasciare che le cose facciano il proprio corso

Per essere sicura di non essere troppo invadente bisogna lasciare che le cose facciano il proprio corso. È indubbiamente il miglior modo di rimettersi da un evento difficile! Abbiamo bisogno di lasciare uscire le nostre emozioni e di capirle per poter avanzare di nuovo. Ci sono anche certe ferite emotive che non si richiudono mai completamente, come per esempio il lutto. Non ha senso quindi mettere fretta all’amico/a, anche se ci tieni tanto a far sì che si senta meglio. E se senti di non riuscire a gestire la situazione? Puoi cercare di esprimerti grazie alla comunicazione non violenta. Hai il diritto di dire che va oltre le tue capacità e che ti fa stare male 😔…

“Vederti soffrire mi fa stare male e ho l'impressione di non servire a niente, quindi non sono capace di ascoltarti”.

È normale essere saturi e porsi dei limiti e la persona che abbiamo di fronte dovrebbe capire la situazione. Inoltre esprimere in modo sano le nostre emozioni permette di preservare al meglio la relazione ed evitare le tensioni inutili.

6. Incitare a farsi accompagnare

Non si può portare da soli il peso della tristezza di un amico/a. Si può cercare di risollevargli il morale di tanto in tanto, ma sicuramente non ogni giorno. Un morale sotto i piedi è indice di una salute mentale a rischio e, anche se è difficile da capire, bisogna parlarne.

La depressione  è una malattia che può insidiarsi senza che la persona se ne accorga o capisca di cosa si tratti. Eppure il numero delle persone che ne sono vittima è sempre più alto. Dalla pandemia, c’è stato un aumento del 25% di questa malattia nella popolazione 😥. Di conseguenza, se si è sensibili all’argomento, non bisogna esitare a parlarne con chi si ama. Questo potrebbe aiutare a uscirne e superarla. E dal nostro punto di vista, può riprendere un ruolo più leggero ed essere calmati dalla persona e accompagnati da un professionista della salute.

Questo articolo potrebbe aiutarti e aiutare i tuoi amici >>> Quali sono i sintomi della depressione? Ecco come riconoscerla

Il consiglio della redazione: controlla l'evoluzione della situazione

Grazie ai nostri consigli, sai ormai come rimontare il morale degli altri. La cosa più difficile sarà concentrarsi sull’altro, ascoltarlo, tenere a mente che non reagisce nello stesso modo nostro e che quello che pensavi giusto all’inizio, potrebbe essere negativo per l’altro. Cerca di monitorare l’evoluzione della situazione, non prendere tutto sulle tue spalle e soprattutto, se la situazione peggiora, spingilo a vedere un professionista.

🤗 Capirsi, accettarsi, essere felici... Qui e ora!

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Fonti : alfemminile

Articolo suggerito da Ginevra Bodano

Giovane donna sensibile ed empatica, cerco di conquistare il mondo armata del mio corpo minuto e del mio animo grande. L’unico modo che conosco per riuscire ad esprimere ciò che provo è la scrittura, insieme al canto, il disegno, la fotografia, la danza, il teatro… Beh, lo ammetto, non è l’unico, ma...

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