Perché mi vedono come una bambina in famiglia? Sono stanca dell’infantilizzazione!

Aggiornato il da Amelia Lombardi

A breve faccio 32 anni ma in famiglia mi trattano tutti come una bambina. Mi infantilizzano criticando le mie scelte, dalle più importanti a quelle più futili… E come se non bastasse mi dicono cosa fare, senza che nessuno gli abbia chiesto niente. Mi considero ormai abbastanza grande per poter fare le mie scelte e comportarmi come meglio credo! Perché mi trattano così? Come uscire dal meccanismo di infantilizzazione dei genitori o, peggio, dei suoceri? Scopriamolo insieme.

Perché mi vedono come una bambina in famiglia? Sono stanca dell’infantilizzazione!

Quali sono le parole infantilizzanti?

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 “Fa freddo, metti un maglione!”, “Scommetto che non hai fatto la dichiarazione dei redditi”, “questo nuovo taglio non ti dona”, “io preferivo il tuo ex a lui”, “non sai neanche stirare come si deve”, “spero tu abbia ringraziato”…

Questo genere di frasi è tipico dell’infantilizzazione 😖. Personalmente, alla mia età, ne ho abbastanza di sentirle, a volte generano in me addirittura risentimento ed emozioni negative. Quando avevo vent’anni,  ho dovuto chiedere aiuto ai miei genitori e capisco che mi abbiano infantilizzato in quel periodo. Mi capita ancora di chiedere loro consiglio ma trovo sia normale chiedere il parere dei propri genitori, senza volere necessariamente il loro aiuto. È proprio questo che mi dà l’impressione di essere adulta, finalmente! In ogni caso, la mia richiesta viene sicuramente travisata perché i comportamenti infantilizzanti continuano 🙄…

I genitori degli adulti non esistono!

Ci piacerebbe che il rapporto genitori-figli fosse semplice e naturale, ma sfortunatamente è come tutte le altre relazioni! Dobbiamo rivedere la nostra versione della genitorialità e delle relazioni con i nostri genitori quando diventiamo adulti. Effettivamente i genitori degli adulti non esistono, come spiega la psicologa Béatrice Cooper-Royer 🧐. Ciò che voglio dire è che il ruolo di un genitore è di accompagnarci verso l’autonomia e fino al raggiungimento dell’indipendenza. A partire da quel momento, i genitori devono considerarci come persone libere e responsabili delle nostre scelte.

Solitamente sono i legami affettivi che turbano il rapporto che abbiamo con loro da adulti. Abbiamo paura di rinnegarli dicendo di non trattarci come bambini, ma in realtà si tratta solo di porre dei limiti 😦!

La relazione genitori-figli (adulti) si impara

Direi che non si tratta “solo” di porre dei limiti, ma in ogni caso è molto più facile a dirsi che a farsi 😅! Dobbiamo imparare ad agire in un altro modo nella relazione genitori-figli per liberarci dell’infantilizzazione. Non è intuitivo per loro (e nemmeno per noi) entrare in questa nuova fase della relazione. Avranno sempre voglia di trattarci in modo diverso perché siamo “qui” grazie a loro! Come ha analizzato la psicologa Marie Lafond, bisogna essere capaci di verbalizzare questa nuova dinamica:

Vedere i nostri genitori infantilizzarci può creare un sentimento di frustrazione o incomprensione. Ma se non diciamo nulla, tenderanno a non voler cambiare il loro comportamento, a ‘fare come hanno sempre fatto’. È importante ricordare loro che le cose sono cambiate”.

👉 La psicologa sottolinea ovviamente anche la lentezza di questo processo. Me ne sono resa conto quando ho iniziato a parlare a mio padre e a mia nonna del loro comportamento. Un’abitudine non si cambia dall’oggi al domani, si deve procedere per tappe.

Come evitare di farsi trattare come bambini dai propri genitori?

Sappiamo ora che verbalizzare è il primo step per sbarazzarsi dell’infantilizzazione. Comunque, non si deve dimenticare che dobbiamo utilizzare la comunicazione non violenta ed evitare di arrabbiarci cono loro con un “lasciatemi in pace, sono adulta!” (anche se la tentazione è forte 🤭). Meglio fare un po’ di introspezione per capire cosa sentiamo e procedere in questo modo:

👉 Esprimere le proprie emozioni, i propri bisogni e formulare una domanda: “Mi sento ferita dal fatto che non mi consideri abbastanza adulta per fare questa cosa. Ho bisogno che tu creda in me e che mi tratti come una persona responsabile e indipendente”.

Come dicevo, ci vuole tempo, quindi meglio non esitare a ripeterlo ogni volta che ci si sente trattati come bambini. Ma soprattutto, bisogna tenere a mente che ci sono due cose da fare, oltre alla comunicazione, per essere finalmente trattati come adulti.

Anticipare gli argomenti sensibili

Ci sono periodi in cui ci sentiamo più infantilizzati che altri. Direi in particolare durante le grandi reunion di famiglia, come per esempio il Natale 🎄. Sono riuscita a sbarazzarmi della mia dissonanza cognitiva e sono ormai vegetariana. Tutti i membri della mia famiglia non vedono la cosa di buon occhio… I commenti sul mio modo di mangiare sono infiniti durante le feste, e tutto diventa per me molto pesante.

È necessario fare un passo indietro per prendere le distanze. Sappiamo quali argomenti pongono problemi e che potrebbero ferirci. Bisogna imparare a prendere le distanze da tutto ed evitare di stare male a causa di commenti fuori luogo. L’anticipazione è la chiave, saremo preparati mentalmente e inoltre potremmo avere la risposta pronta di fronte alla famiglia.

Evitare la regressione

Diciamo tanto sui genitori, ma spesso non siamo da meno 😅. Devo ammettere che per tanto tempo mi faceva comodo tornare indietro quando tornavo dai miei. Il rientro nel nido familiare mi faceva tornare adolescente. Non aiutavo in casa, ero servita e riverita… che bello non fare niente! Ok… ma se mi comporto così come faccio poi a chiedere di non essere infantilizzata, se io per prima mi comporto come una bambina?

Bisogna essere coscienti del proprio comportamento per sapere se rientriamo o meno nel gioco dell’infantilizzazione. Certo, regredire a volte può essere confortante, soprattutto se si ha paura di allontanarsi dai genitori. Abbiamo il diritto di avere bisogno di loro, a qualsiasi età! Ma dobbiamo anche agire come adulti quando siamo in loro compagnia 😬.

Proteggersi prima di tutto

Anche se la strada è lunga, non tutti sono capaci di uscire dall’infantilizzazione a causa di una famiglia tossica. Anche se abbiamo voglia di far evolvere le nostre relazioni familiari, potremmo accumulare risentimento, incomprensioni ed errori, come spiega Marie Lafond:

Quando il sistema familiare è brutale, o quando i genitori non sono pronti a considerare il proprio figlio come un adulto con le sue particolarità, può essere utile avere punti non negoziabili. Le critiche sull’aspetto fisico, per esempio, possono essere molto violente. Quando cerchiamo di accettarci, e quando la famiglia si permette di giudicare il nostro peso, possiamo rispondere: ‘Mi piacerebbe non ricevere più commenti sul mio aspetto fisico’, senza alcun obbligo di spiegare perché. Anche in famiglia, abbiamo il diritto di dire chiaramente quello che certi rifiutano di sentire”.

Provare diverse soluzioni

È fondamentale proteggersi per non soffrire continuamente. Certe persone riescono a tagliare i ponti, ma ci sono anche soluzioni meno brutali. Diciamo che potremmo andare a trovarli un po’ meno spesso per prendere le distanze. Se le festività sono un momento difficile, perché non passarle da soli o con il partner?

Non considero il mio entourage nocivo, ma quest’ultima proposta è una delle soluzioni che preferisco per far capire che sono davvero adulta e indipendente e soprattutto che ho ormai la mia vita. Ma quello che funziona per me non è necessariamente la soluzione per tutti. La famiglia è un ecosistema talmente particolare che bisogna tentare diverse cose diverse. Inoltre, è fondamentale tenere a mente che voler cambiare una madre invadente o un padre autoritario è impossibile. Sta a noi lavorare su noi stessi per affermarci come adulti e uscire dal nido se non ci sentiamo a nostro agio.


Il consiglio della redazione: le relazioni complesse

Se hai letto questo articolo, molto probabilmente anche la tua famiglia ti tratta ancora come una bambina. L’avrai ormai capito, non è semplice e potresti anche incoraggiarli se stai al loro gioco… Ogni famiglia, ogni relazione è unica con la propria storia, i propri traumi. L’ideale resta quindi prendere appuntamento con uno psicologo. Insieme, potrete comprendere meglio la vostra relazione e creare nuove abitudini che vi permettono di essere più felice. 

🤗Capirsi, accettarsi, essere felici... Qui e adesso! 
#BornToBeMe

Articolo suggerito da
Amelia, Lombardi

"La scrittura è un mezzo di espressione meraviglioso di cui non posso fare a meno. Mi ha permesso di incanalare la mia ipersensibilità e amo scrivere di psicologia e sviluppo personale. La comprensione di sé è il modo migliore per andare avanti!"

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