Il termine "dipendenza affettiva" è comunemente utilizzato per parlare del disturbo dipendente di personalità. Questo disturbo si caratterizza per il bisogno eccessivo di essere sostenuti e amati. Questo porta a dei comportamenti di sottomissione e di attaccamento esagerati, che si possono riscontrare nella vita di coppia così come in famiglia, con gli amici o in ambito professionale.
L’attaccamento è un processo sano, normale e naturale. Tuttavia, nel caso della dipendenza affettiva, la propria autostima è riposta totalmente sullo sguardo dell’altro. La persona dipendente a livello affettivo può arrivare a considerarsi incapace e incompetente, cosa che la spinge a cercare l’aiuto e il sostegno degli altri. Allo stesso modo, può avere l’impressione di non essere amata, e ciò scatena un sentimento di insicurezza affettiva. L’altro diventa dunque uno strumento per sentirsi rassicurati, portando alla dipendenza e al disequilibrio nella relazione.😧
Come distinguere l’amore dalla dipendenza affettiva?
In una relazione amorosa, i due partner condividono affetto e attenzioni e sono di supporto l’uno per l’altro in maniera equilibrata. Possono contare l’uno sull’altro, condividere dei progetti di vita e dei valori comuni. La loro relazione li soddisfa, ed è per loro fonte di emozioni positive. È possibile per i due partner esprimere le proprie opinioni, i bisogni e i desideri. Entrambi dispongono di tempo personale al di fuori della coppia.
La dipendenza affettiva: avere BISOGNO dell’altro
In una relazione intaccata dalla dipendenza affettiva, la persona dipendente è incapace di realizzarsi da sola. È difficile per lei fare delle attività da sola o prendere decisioni senza il parere del partner. Cerca sempre la sua approvazione e di essere al centro della sua attenzione. Inoltre, la paura dell’abbandono è molto forte, cosa che può portare ad avere dei comportamenti compulsivi (frugare il telefono, chiedere costantemente rassicurazioni, inviare SMS, etc…) La relazione è disequilibrata e non c’è più spazio per l’individualità. Spesso si rileva una scarsa affermazione di se, che spinge la persona dipendente a livello affettivo a conformarsi all’opinione dell’altro.😓
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Come si guarisce da una dipendenza affettiva?
Per superare la dipendenza affettiva, spesso è necessario un accompagnamento psicologico. La terapia cognitivo comportamentale è adatta a questa problematica, così come la Schema therapy o ancora la psicoterapia interpersonale.
Ecco alcuni consigli per diminuire la dipendenza affettiva:💪
1) Porsi delle sfide per trovare l’indipendenza
Prendi delle iniziative senza chiedere consiglio o approvazione. Comincia dalle piccole cose, come:
- Scegliere il ristorante per conto tuo
- Decidere cosa guardare su Netflix
- Organizzare un’uscita senza il partner
- Comprare qualcosa per la casa senza chiedere la sua opinione
- …etc.
2) Conoscere le proprie risorse
Fai una lista di tutti i risultati ottenuti nella tua vita senza l’aiuto di nessuno nel tuo taccuino dei successi personali. Per esempio:
- Il diploma
- Il lavoro
- Lo sport
- …etc.
3) Prendere del tempo per sé
Ritaglia del "tempo personale" durante il quale fai solo quello che ti piace, senza rendere conto a nessuno:
- Giardinaggio
- Attività che alimentino la tua creatività
- Musica
- Camminata
- Lettura
- …etc.
👉Si per te è difficile capire che cosa ti può piacere, puoi cercare una lista di attività, lasciarti attirare da quella che ti ispira di più e provarla.
4) Accettare il dubbio
Per fare ciò, diminuisci progressivamente le domande rassicuranti. Per esempio:
- Chiedi al tuo partner “mi ami?” massimo 6 volte alla settimana, poi 4 volte, poi 2 volte…
5) Essere meno protettivi
Cerca di non prevedere le richieste dell’altro, ma aspetta che vengano formulate esplicitamente. Poi, chiediti veramente se hai voglia di assecondarle oppure no.
6) Prendere nota dei propri miglioramenti
Tieni un diario e scrivici i tuoi obbiettivi e i risultati raggiunti. In questo modo potrai avere un quadro generale del lavoro svolto.
Come si riconosce una persona con dipendenza affettiva?
All’inizio, la relazione con persone dipendenti a livello affettivo può essere percepita come gratificante poiché quest’ultima crea una sorta di fusione, un amore passionale molto forte. Ma a lungo termine, i rapporti si complicano, creano una chiusura e portano alla privazione della libertà, rischiando di sfociare in un esaurimento nervoso.
È importante parlare dei tuoi sentimenti con la persona dipendente e, piano piano, devi sforzarti di non rispondere più alle domande che ti pone per sentirsi rassicurata. Allo stesso modo, puoi dare valore a tutte le piccole scelte che fa da sola e incitarla a fare delle cose per se stessa.
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Quali sono le caratteristiche del disturbo dipendente di personalità?
Secondo il DSM 5, questo disturbo è il bisogno generale ed eccessivo di essere accuditi, che conduce ad un comportamento sottomesso e appiccicoso e alla paura della separazione. Si manifesta all’inizio dell’età adulta ed è presente in diversi contesti, come si evince dalle cinque manifestazioni seguenti:
- Il soggetto ha difficoltà a prendere decisioni nella sua vita senza essere rassicurato o consigliato in maniera eccessiva dall’altro.
- Ha bisogno che l’altro si assuma le responsabilità nella maggior parte degli ambiti importanti della sua vita.
- Ha difficoltà a esprimere disaccordo con l’altro per paura di perdere il suo sostegno o la sua approvazione.
- Ha difficoltà a iniziare dei progetti o a fare delle cose da solo (per mancanza di fiducia nelle proprie opinioni o nelle proprie capacità piuttosto che per mancanza di motivazione o di energia).
- Cerca a oltranza di ottenere il sostegno e l’appoggio dell’altro, al punto da fare volontariamente delle cose spiacevoli.
- Si sente a disagio o impotente quando è solo per la paura esagerata di non essere in grado di cavarsela.
- Quando una relazione seria finisce, cerca repentinamente un’altra relazione che possa assicurargli le cure e il sostegno di cui ha bisogno.
- Vive nella paura costante e infondata di essere abbandonato e di doversela cavare da solo.
Vedi anche: Perché consultare uno psicologo?
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Fonte: istitutobeck