Senso di ingiustizia, come nasce e come gestirlo?

Aggiornato il da Amelia Lombardi

La vita è ingiusta! Chi non ha mai avuto la sensazione di subire un’ingiustizia e non ha mai pensato che la vita sia difficile? Io sì! Mi piacerebbe che tutto andasse liscio come l’olio ma spesso rimango delusa. Diventa difficile gestire la frustrazione, la rabbia, l’impotenza e il senso di ingiustizia. Come superarli? Cosa significa avere sempre questo senso di ingiustizia e come sopportarlo?

Senso di ingiustizia, come nasce e come gestirlo?

Cos’è il senso di ingiustizia?

Chi dice ingiustizia, dice giustizia. Quest’ultima è un principio morale che tutti devono rispettare. Solo che quando la regola viene trasgredita e subiamo un torto, proviamo un forte senso di ingiustizia. È una cosa molto comune, accade per esempio quando dimenticano di darci il resto (per fare un esempio di poco conto) o quando ci accusano di un crimine che non abbiamo commesso 😖 (in casi ben più gravi).

Una sensazione che abbiamo provato tutti

Tra i 4 e gli 8 anni ci confrontiamo per la prima volta all’ingiustizia. È proprio in questo periodo che ci rendiamo conto della nostra individualità e delle differenze con gli altri. Non è facile essere confrontati al mondo esterno e vedere che non corrisponde alle nostre aspettative. Ma cosa nasce questo sentimento nell’età adulta 🧐?

Da dove deriva il senso di ingiustizia?  

Effettivamente, a qualsiasi età e per qualsiasi grado di ingiustizia possiamo sperimentare questo sentimento. Solitamente si manifesta quando si presentano due possibili scenari:

  • Quando la situazione sfugge al nostro controllo,
  • Quando la nostra visione delle cose “giuste” viene sconvolta.
📌
Proprio qualche giorno fa ho provato un fortissimo senso di ingiustizia anche se la situazione di per sé non era tanto grave. Aspettavo un pacco molto importante per il lavoro e avevo pagato una spedizione molto cara per averlo in 24 ore. Nonostante tutto, il corriere non è mai passato e ha addirittura detto che avevo rifiutato il pacco. Ovviamente non era vero, ma si è aperta una pratica in cui venivo accusato della mancata consegna. Ho sentito una profonda frustrazione, rabbia, incomprensione e paura visti i soldi in ballo. Questo mix di emozioni negative mi ha portato dritto dritto verso un forte senso di ingiustizia 😤.

Qual è il maggiore elemento scatenante del senso di ingiustizia?

Se una situazione banale come quella appena descritta può far nascere il senso di ingiustizia, in particolare a causa di una questione finanziaria, c’è anche molto peggio 😥.  Le disuguaglianze sociali possono far nascere un profondissimo rancore, in particolar modo nell’ambito lavorativo. Infatti, se il nostro lavoro non viene riconosciuto e non riceviamo la promozione che meritiamo e aspettiamo da sempre, cominciamo automaticamente a considerarci come vittime di ingiustizia sociale.

Se in più assistiamo a episodi di corruzione, abusi, discriminazioni, ineguaglianze di qualsiasi tipo o tradimenti, potremmo piombare in un profondo risentimento. Possiamo sempre batterci per ottenere una giustizia sociale, in maniera individuale, seguendo il cosiddetto pensiero woke 🧐.

E se percepiamo sempre questo senso di ingiustizia?

Come dicevo prima, è normale provare questo sentimento perché non tutto nella vita può essere perfetto. Però, se ci rendiamo conto di sentirlo in maniera permanente, con annesse lamentele costanti, significa che soffriamo di una ferita di ingiustizia. Per gli psicologi è la Sindrome di Calimero, poiché riflette un malessere permanente 😣.

Poco importa se le ingiustizie sono fondate o meno, la persona che ne soffre diventa una vittima e si esprime con frasi come “capita sempre a me!”. L’obiettivo è trovare conforto in chi ci circonda per stare meglio. In questo caso è quindi necessario un grosso lavoro su se stessi, rimettersi in discussione, con l’aiuto di un terapeuta.

In ogni caso, il senso di ingiustizia non è una fatalità, visto che è qualcosa di reale. Quindi come affrontarlo 🤷‍♀️?

Come gestire il senso di ingiustizia?

Quando ho provato un senso di ingiustizia per la storia del pacco, ho cercato di non chiudermi nel mio risentimento. So bene che questi sentimenti tossici non fanno altro che chiudermi in un’ansia generalizzata. Per evitare di arrivare fino a questo punto, ti propongo alcune soluzioni per gestire meglio l’ingiustizia.

👉 Capire le emozioni

So che è molto più semplice a dirsi che a farsi, ma la comprensione e l’ascolto di ciò che sentiamo sono due cose essenziali. Permette di gestire la propria iperemotività e al meglio le proprie emozioni, comprese quelle negative 🧹. Solo così si riesce a evitare l’amaro senso di ingiustizia. Sono proprio le nostre emozioni infatti a imprigionarci nella fatalità e nell’idea che niente potrà mai cambiare 😣.

👉 Dire le cose in maniera obbiettiva

È un consiglio che do spesso e che cerco di applicare sempre perché fa davvero la differenza. Al posto di rimuginare tutta la giornata e di lamentarmi, parlo dei fatti liberando le mie emozioni:

“Mi accusano di aver rifiutato il pacco anche se non è vero. Mi arrabbio quando mi trovo davanti a un servizio così pessimo, ma provo anche una certa paura visto che avevo investito una buona parte dei miei risparmi in questo acquisto professionale.”

Ho espresso chiaramente l’ingiustizia e tutte le ragioni che mi hanno spinto verso questo sentimento. Così ho potuto fare una lista delle soluzioni possibili per passare all’azione.  

👉 Passare all’azione e lottare

Se si è vittima di un’ingiustizia, meglio non restare impassibili. È proprio non facendo niente che ci chiudiamo nella nostra sofferenza. Inoltre, restando passivi, altri approfitteranno di noi e le ingiustizie si moltiplicheranno. Nel mio caso, non appena ho constatato il problema, parto in guerra per trovare una soluzione (e in questo caso un rimborso 😬). Non lascio la presa, prima di tutto perché non ho soldi da buttare 😅, e secondo perché sfrutto il risentimento come motore d’azione ✊. È anche un modo di riprendere il controllo e di riequilibrare le emozioni.

👉 Non paragonarsi agli altri

Nella mia situazione non servirebbe a niente. Quando viviamo un’ingiustizia (come una promozione negata), si tende a paragonarsi ad altri colleghi di lavoro, soprattutto quelli che l’hanno avuta. Ovviamente paragonare le due situazioni viene naturale, ma ricordiamoci che non sempre siamo al corrente di tutto. Un po’ come un iceberg, vediamo solo la parte emersa, non quello che c’è sott’acqua ❄️!

Mettersi in competizione con gli altri è molto tossico, ci basiamo sui paragoni che ci fanno solo del male. Cerca di evitare quindi ferite inutili e paragoni che ci sminuiscono rispetto agli altri 🤕.

👉 Accettare l’impotenza

Ultimo punto ma non meno importante sul quale focalizzare l’attenzione per combattere il senso di ingiustizia. Bisogna accettare l’impotenza di fronte a una situazione fuori controllo. Attenzione, non sto dicendo che devi stare con le mani in mano! Bisogna passare all’azione dando il meglio di sé. Nel mio caso, so che devo aspettare che la situazione si blocchi. Ho fatto le prime mosse per risolvere il problema ma non posso controllare tutto. Spero di essere rimborsata il primo possibile. Ci sarà sicuramente da aspettare, ma a volte bisogna essere pazienti se si sa che giustizia sarà fatta 🙌!


Il consiglio della redazione: un sentimento particolarmente doloroso

Il senso di ingiustizia è molto difficile da affrontare, in particolar modo rispetto al vissuto e all’infanzia di ciascuno di noi. Può ravvivare vecchie ferite e causare una profonda sofferenza, impedirvi di fare tante cose ecc. In questi casi non aspettare a contattare uno psicologo, insieme potrete cercare di capire da cosa deriva questo sentimento e imparare a gestirlo per vivere meglio.
 
🤗 Capirsi, accettarsi, essere felici... Qui e ora! 
#BornToBeMe

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Fonte: chiarafrancesconi

Articolo suggerito da Amelia Lombardi

La scrittura è un mezzo di espressione meraviglioso di cui non posso fare a meno. Mi ha permesso di incanalare la mia ipersensibilità e amo scrivere di psicologia e sviluppo personale. La comprensione di sé è il modo migliore per andare avanti!

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