Perché ho costantemente bisogno di attenzioni?

Aggiornato il da Amelia Lombardi

Anche tu hai la spiacevole tendenza a fare di tutto un dramma affinché gli altri si prendano cura di te? Non smetti mai di pretendere la loro attenzione, a qualunque costo? Se la risposta è si, fai sicuramente parte di quelle persone che vivono per attirare l’attenzione degli altri. A lavoro, tra amici o sui social, devi sempre essere il centro dell’universo. E nonostante questo comportamento eccessivo spesso e volentieri non ti faccia star bene, è più forte di te! Ma da cosa deriva? Come porvi rimedio prima che sia troppo tardi?

Perché ho costantemente bisogno di attenzioni?
 
 Sommario


L’eccessivo bisogno di attenzione non è una malattia e ci si può lavorare. All’inizio, come spiega il celebre psicologo Maslow, è qualcosa di naturale. Ma quando diventa eccessivo o fastidioso, vuol dire che cela qualcosa di più profondo. È solo capendo il come e il perché che si può migliorare e diventare più forti.

Delle origini che risalgono all’infanzia 🧒

Sicuramente non te lo ricordi, ma il tuo bisogno di attenzione risale al periodo dell’infanzia. Già quando eri piccolo, andavi dai tuoi genitori per avere compagnia, carezze e complimenti, ed è comprensibile! L’interesse ricevuto rinforza il nostro bisogno d’esistere e serve ad plasmare il nostro carattere. In più, in questa fase di apprendimento e formazione, tutti i comportamenti positivi ricompensati alimentano l’autostima. Quando sentiamo di essere fieri di noi e riconosciamo le nostre qualità, siamo motivati a dare il meglio.

Poi, chiedere attenzioni è diventato un modo per assicurarsi di non essere respinti e questo permette di ricaricare le batterie affettive. Ricevere delle manifestazioni di interesse, che si tratti di un apprezzamento sul tuo nuovo taglio di capelli o di un messaggio per avere tue notizie, fa sempre piacere, ancor più se ci si sente invisibili.

Quando la situazione precipita… ⚠️

Alle volte, quello che riceviamo non è abbastanza, e andiamo a mendicare attenzioni: una forte presenza sui social, cercare di essere l’anima della festa durante una serata, partecipare a una discussione o una disputa all’interno di una coppia, etc… sono tante le occasioni in cui è possibile cercare di nutrire il proprio ego.

È in questo momento che la situazione peggiora. Perché per ottenere uno sguardo, un commento piacevole o qualsiasi dimostrazione di interesse, alcuni oltrepassano i limiti e adottano un comportamento malsano. Concentrarsi soltanto sulle apparenze fisiche per sentirsi importanti, angosciarsi quando c’è silenzio perché percepito come una mancanza di interesse, diventare scortese, fare la vittima e sembrare triste o incapace affinché l’altro si preoccupi per noi, sono solo alcuni esempi.

Il meccanismo è innescato, perché così facendo notiamo che questi comportamenti funzionano e spingono gli altri ad interessarsi a noi. Dunque ripetiamo questo automatismo per avere ciò che vogliamo, ma qual è la vera ragione?

La redazione ti consiglia - Sindrome dell'abbandono: come affrontarla e superarla

Che cosa significa questo bisogno?🫂

Teoricamente, tutti sentono il bisogno di ricevere attenzioni e di sentirsi valorizzati, e ne traggono beneficio; questo bisogno è come del nutrimento affettivo. Così come per la sensazione della fame, si comincia a sentirne la mancanza quando ne riceviamo una quantità inferiore a quella di cui abbiamo bisogno, ed è lì che incomincia la crisi…

Egoismo? 🪞

Quando qualcuno si concentra su di sé e ha sempre bisogno di essere ascoltato, senza dare spazio agli altri, ci sono grandi probabilità che quella persona sia semplicemente egoista. Pur non avendo cattive intenzioni, alcune persone hanno l’abitudine di vivere per conto proprio o di stimarsi immensamente, ed è dunque frequente sentirle parlare solo di se e della loro meravigliosa vita. Hanno bisogno di esistere attraverso la parola e non mostrano dunque alcun interesse verso gli altri.

Bisogno di essere rassicurati? 🫶

Esiste anche il bisogno di sentirsi rassicurati in un periodo difficile. Alle volte, a causa di malsani complessi, dubitiamo di noi stessi, delle nostre capacità lavorative o della solidità della coppia. Questa mancanza di fiducia ci spinge a chiedere attenzioni. Spesso, dopo una lunga e dura giornata, abbiamo bisogno di sentirci ascoltati e compresi dalla nostra metà, o anche per assicurarci della stabilità della relazione nei momenti di dubbio.

Catturare l'attenzione o sentirsi invidiati, soprattutto sui social, può darci l'impressione che la nostra vita sia fantastica, e alcuni tendono ad aggrapparsi a questo per sentirsi rassicurati. Sfortunatamente, in alcuni casi tutto questo nasconde un profondo malessere.

Ferite dell’anima?❤️

Se nella pratica tutto sembra andare bene nella tua vita attuale, forse bisogna tornare indietro con la memoria per comprendere l’origine di questa sensazione di mancanza costante. Come spiega l’autrice Lise Bourbeau, esistono 5 ferite dell’anima, e queste lasciano molte più cicatrici di quanto si possa pensare. Alcune persone hanno bisogno di dimostrazioni emotive per colmare un vuoto affettivo che risale al passato. Un bambino che ha sofferto per il fatto di non essersi sentito sostenuto dal genitore del sesso opposto e che ha ricevuto attenzioni non molto calorose, o una persona che ha vissuto una rottura dolorosa, potrebbero aver sentito la mancanza del nutrimento affettivo e vivere nella paura che questa sensazione si ripeta e, in questo modo, vanno incontro al sentimento di vuoto.

Questa sensazione e le sue conseguenze sono spesso frustranti e producono l’effetto contrario . In effetti, colui che desidera mettersi in mostra ma in un modo non naturale farebbe meglio a tacere piuttosto che parlare per suscitare la pietà di chi gli sta intorno, perché si finisce per abusare della pazienza altrui e farli scappare. Come si suol dire, meglio essere notati per la propria assenza che per la propria presenza. Ma allora, come fare quando abbiamo (o crediamo di avere) bisogno degli altri?

Potrebbe interessarti - Seduzione compulsiva: perché ho bisogno di piacere ad ogni costo?

Come uscire da questo circolo vizioso? 😫

Di fronte a questo eccessivo bisogno di attenzioni che ci impedisce di vivere serenamente, sentiamo tutti la necessità di uscirne per sentirci più liberi (e per non abusare ulteriormente della pazienza dei nostri cari!). La buona notizia, è che porre rimedio a questa situazione è del tutto possibile. Ecco i nostri consigli:

1)"Sii il padrone del tuo destino, il capitano della tua anima"💪

O, più semplicemente, comportati da leader! Piuttosto che sederti in un angolo ad aspettare che ti si mostri dell’interesse, prendi l’iniziativa e fai il primo passo verso gli altri, proponi un’attività che ti sta a cuore.

2)Divertiti piuttosto che cercare di essere divertente 😜

Se ti piace quello che fai, sarà evidente agli occhi di chi ti guarda. È proprio diffondendo energia positiva che si attira l’attenzione su di sé; dunque, parti dal presupposto che la festa è dove sei tu.

3)Ritrova una visione sana di te stesso/a 😌

La vera svolta inizia quando si prende il coraggio di esprimere la propria personalità, perché ci si sente a proprio agio in una determinata circostanza. Spesso le persone ci vedono così come noi ci vediamo. Allora, al posto di pensare che non sei una persona interessante o di comportarti come tale, sii naturale!

4)Identifica ciò che ti fa bene e, al contrario, ciò che infierisce sui tuoi punti deboli  ⚖️

Uscire dalla zona di comfort è una cosa positiva, ma buttarsi a capofitto in un ambiente che non ci appartiene non ci farà affatto bene. Non tutte le situazioni possono corrisponderci, ed è normale. Non andare alla serata karaoke se senti che non sarai a tuo agio, ed evita i partner troppo freddi se hai bisogno di dimostrazioni d’affetto.

5)Ricordati che ognuno ha il suo modo di vedere le cose 👁️

Vediamo gli altri secondo la nostra prospettiva, i nostri problemi, le nostre imperfezioni o mancanze. Se in una determinata occasione ti senti inutile perché non hai molto da dire, magari la persona con cui parli si sta dicendo che hai la dote di saper ascoltare gli altri, mentre qualcuno su cui hai fatto colpo penserà che il tuo silenzio è sinonimo di disinteresse. Insomma, nessuno è perfetto e tutti abbiamo una nostra opinione personale!

6)Non dimenticare che le persone alle volte (anzi, spesso) sono occupate📅

Siamo il centro del nostro mondo, non di quello degli altri; dunque, segui questo principio e trova delle attività per distrarti e occuparti. Vedrai, penserai molto meno al tuo bisogno di attenzione.

7)Ciascuno ha il suo livello di pudore 😊

Che sia un abbraccio al momento sbagliato o una dichiarazione forzata, l’attenzione desiderata è alle volte eccessiva e ti sembrerebbe quasi ridicola se fosse il tuo partner a chiedertela. Vuoi semplicemente essere rassicurato/a sul momento, ma non è la soluzione a lungo termine.

8)Torna all’origine del problema se l’hai già identificato 🚩

Che sia l’assenza di un genitore o una cattiva immagine di sé, la mancanza d’affetto deriva per forza da qualcos’altro. Lavorare sul dialogo o sull’accettazione può essere molto benefico e permette di andare avanti.

Il consiglio della redazione: fatti aiutare

Non esitare a contattare un professionista, per identificare insieme le cause e trovare una soluzione.

🤗 Capirsi, accettarsi, essere felici... Qui e ora! 
#BornToBeMe

Contatta uno psicologo

Di’ addio ai tuoi demoni interiori leggendo questo articolo: Come si supera la paura di amare?

Articolo suggerito da Amelia Lombardi

La scrittura è un mezzo di espressione meraviglioso di cui non posso fare a meno. Mi ha permesso di incanalare la mia ipersensibilità e amo scrivere di psicologia e sviluppo personale. La comprensione di sé è il modo migliore per andare avanti!

Gli articoli appena pubblicati

Cerchi sempre di migliorarti? Scopri il metodo Kaizen!

Cerco costantemente nuovi modi per diventare una persona migliore. Prima di tutto per me, poi anche per gli altri. C’è un campo in cui però faccio fatica a migliorare: il lavoro. Come fare per migliorare nella carriera? Da qualche tempo ho scoperto il metodo “Kaizen”. Si tratta di un metodo giapponese che permette di realizzare grandi cose grazie a piccoli cambiamenti nel quotidiano. Direttamente dalle aziende giapponesi, ci aiuta a raggiungere i nostri obbiettivi. Vediamo come applicarla nella nostra vita professionale.

Come imparare a stabilire le priorità sul lavoro?

La mia scrivania è una distesa di post-it, sono spesso oberata e a volte un po’ troppo di corsa con le deadline! So che la chiave del problema sarebbe riuscire a stabilire delle priorità, ma come fare quando si ha l’impressione che tutto sia di fondamentale importanza? Ci sono vari modi per riuscirci, prima di tutto cerca di tenere a mente che si può sempre imparare a stabilire le priorità! Vediamo insieme come!

Ho degli scatti d’ira, come controllarli?

Chi non è mai stato sopraffatto dalla rabbia chiuda quest’articolo! A tutte capita, prima o poi, di provare quest’emozione forte e incontrollabile. Non è né buona, né cattiva ma è giusto che esista. È sano provare rabbia quando ci sentiamo tradite o vittime di un’ingiustizia. Al contrario, quando gli scatti d’ira sono ricorrenti, è bene imparare a controllarli. Soprattutto quando la rabbia ferisce noi o chi ci sta intorno diventa problematica.

Quando la paura del conflitto mi impedisce di dire la mia

Non appena percepisco tensione, scappo a gambe levate. Non amo i conflitti, anche se non sono d’accordo con il mio interlocutore. Di conseguenza mi tengo tutto dentro e questo mi non mi fa di certo bene. Senza farci consumare dall’interno, dovremmo imparare a superare la paura dei conflitti e far sentire la nostra voce. Perché si temono i conflitti? Come superare questa paura? Scopriamolo insieme.

Perché mentiamo? Siamo tutte un po’ bugiarde!

Parliamoci chiaro, siamo tutte un po’ bugiarde! Chi non hai mai mentito scagli la prima pietra! Ebbene sì, pare che siamo tutti e tutte incapaci di passare una giornata intera senza mentire (strano ma vero!). Ma la vera domanda è “cosa ci spinge a mentire (senza sosta)”?

Ergofobia: quando la paura del lavoro ti consuma

La paura del lavoro, purtroppo, la conosco bene. Ne ho sofferto a lungo, ma sono felice di dire che oggi sono guarita. È un disagio che può far sorridere gli altri, che pensano che sia una che non ha voglia di fare niente. Ma al contrario, la pigrizia non ha niente a che vedere con le persone che soffrono di ergofobia altrimenti detta la paura del lavoro. Da cosa deriva questa paura? Come curarla? Scopriamolo insieme.

Ripiegarsi su se stessi: quando l'isolamento sociale è un malessere profondo

Ad un certo punto ho cominciato a ripiegarmi su me stessa, quando è venuta a mancare mia madre. Avevo appena terminato gli studi e quando mi è stato offerto un lavoro a tempo indeterminato, ho preferito rifiutare. Sono rimasta a casa da sola per diversi mesi, con pochissimi contatti con gli altri. Fortunatamente, i miei amici più cari mi hanno aiutato a superare questo episodio molto complicato. Ripigerarsi su se stessi non è solo una questione di solitudine, ma anche un segno di profondo malessere. Come si può definire? Quali sono le cause? Come uscirne? Ve ne parlo in questo articolo.

Non mi sento più desiderata, come far salire la temperatura?

Finalmente è estate e le temperature salgono… all’esterno! Perché dentro casa, purtroppo, non è più così. Anni di relazione hanno un po’ raffreddato il desiderio. Un bacio per abitudine, di tanto in tanto una carezza e l’amore solo quando capita. Per chi dice che esistono delle meravigliose relazioni platoniche e appaganti, buon per loro! Io non voglio saperne nulla. Al contrario, è il momento di far salire la temperatura e risvegliare la libido.

Come evitare di trasformare la rabbia in violenza?

Il confine tra rabbia e violenza è sottile e a volte basta davvero poco perché la rabbia sfoci in violenza. La famosa goccia che fa traboccare il vaso… hai presente? Oggi ci siamo chiesti come riuscire a evitarla. Esiste una rabbia “sana”? Come evitare che la rabbia diventi violenza? Scopriamolo insieme.

Sindrome di Peter Pan: l’eterno bambino che ha paura di crescere

Impossibilità di esprimere le proprie emozioni, procrastinazione, solitudine… Tutti sintomi che possono far pensare che soffri della sindrome di Peter Pan. Prigioniero/a dell’infanzia, non accetti di affrontare le responsabilità della vita adulta. Oggi ti racconto il complesso di Peter Pan.

Wengood è anche musica...

Gaslighting: l'arte ignobile di manipolare la mente


"Non preoccuparti se gli altri non ti apprezzano. Preoccupati se tu non apprezzi te stesso."


Confucio


Come superare un tradimento? 5 passi fondamentali!