Smart working: i miei amici, i miei colleghi, la bella vita!

Aggiornato il da Ginevra Bodano

Ci sono i legami d’amicizia che stringiamo con i nostri colleghi a lavoro, e poi ci sono i nostri amici. Quelli della vita, fuori dall’ambito lavorativo. Salvo che, con la crisi sanitaria, tutto ciò che è al di fuori della famiglia o del lavoro non esiste più. E se, per far fronte alla solitudine, provassimo lo smart working tra amici? È possibile?

Smart working: i miei amici, i miei colleghi, la bella vita!

I nostri amici possono diventare dei validi colleghi in smart working?

Immaginati una bella casa in campagna, il balcone, le camere, una grande sala da pranzo, tu, i tuoi amici, e i vostri computer portatili. Ovviamente, l'atmosfera non sarà la stessa per tutti, ma la buona compagnia è fondamentale! Non importa dove sei, l’importante è stare bene. E, per alcuni, stare bene non implica essere in smart working a casa dei genitori o tornare in ufficio una volta a settimana con i propri colleghi, ma piuttosto mettersi a lavorare da remoto in compagnia dei propri amici. Gli amici, si, proprio loro. Quelli che ormai vedi solo di tanto in tanto, prima del coprifuoco o in videochiamata dietro lo schermo del telefonino. Ma, anche se sono persone fidate, i nostri amici possono diventare dei validi colleghi?

Smart working in compagnia degli amici: una convivenza motivante?

Lo smart working tra amici è un ottimo modo per lottare contro l’isolamento e anche per motivarsi a lavorare da remoto. Se per alcuni la pausa pranzo tra amici/colleghi si prolunga all’infinito, per altri, il fatto di essere circondati e “tenuti d’occhio” da qualcuno, li motiva a evitare il trio infernale: pigiama, social, relax. 

Darsi la possibilità di lavorare in compagnia dei propri amici significa riorganizzare il proprio lavoro, ma anche la propria vita e la propria attitudine. Si lavora in compagnia, si passa del tempo insieme ma, questa volta, è una nostra scelta. Questi colleghi non sono imposti dal datore di lavoro. Lavorare insieme ai propri amici sembra corrispondere perfettamente alla definizione “unire l’utile al dilettevole”. Non solo passiamo del tempo con loro, ma ci motiviamo anche a vicenda. Il tutto restando fedeli alle regole dell’azienda, agli orari di lavoro, al ritmo alle volte sfalsato e all'equilibrio ormai in bilico tra vita privata e vita lavorativa. A questo proposito, questo è un punto su cui quasi tutti i lavoratori in smart working sono d’accordo: facendo un bilancio, i lati negativi sono meno di quelli positivi. Adesso che l’equilibrio tra vita professionale e vita privata viene meno, questi due momenti sembrano essere vissuti in maniera più armoniosa.

Gestisci meglio il tuo lavoro e la tua vita sociale grazie alla presenza dei tuoi amici. La tattica sembra perfetta, purché la si metta in pratica con persone che si conoscono davvero bene, purché si abbia il materiale adatto e lo spazio adeguato per lavorare e, ovviamente, che si sia abbastanza responsabili da riconoscere quando la situazione sfugge di mano. Infatti, lavorando in compagnia, molte persone hanno perso la loro professionalità e hanno deciso, per forza di cose, di mettere fine a questa convivenza lavorativa insieme agli amici, per ritrovare la serietà anche nel lavoro da casa. Alle volte, bisogna aver provato la compagnia per capire che si lavora meglio da soli! Nella maggior parte dei casi, che si abbia quasi l’impressione di non lavorare o, al contrario, di lavorare meglio che d’abitudine, la maggior parte delle persone che hanno sperimentato lo smart working tra amici parlano di una maggiore produttività, così come di un maggiore benessere sul lavoro e di una diminuzione del livello di stress. Alla fine di una giornata complicata, c’è sempre un amico pronto a sostenerti… e a consolarti con un bel aperitivo!

Smart working con gli amici: le restrizioni sembrano più sopportabili

Lo smart working con gli amici sembra dunque essere la formula ideale per superare questo periodo di crisi un po’ triste e deprimente. Anche alcune coppie hanno scelto questa opzione e hanno invitato altre coppie a unirsi a loro per lavorare insieme. Amore e lavoro sembrano dunque essere meno efficaci del duo amicizia-lavoro. Può darsi che questo sia un modo di vedere i propri amici sotto una nuova luce? Mentre, al contrario, potrebbe essere un po' destabilizzante vedere il proprio partner a lavoro, in un contesto in cui (magari) si abbandona alla serietà e all’autorevolezza.

In ogni caso, la tattica dello smart working con gli amici rende questo periodo un po' più vivibile. Pranzi in compagnia, pause caffè un po’ più movimentate e passeggiate all’aria aperta durante il weekend; vivere e lavorare con i propri amici in questo periodo di restrizioni sanitarie sembra essere la soluzione migliore per poter affrontare questa fase delicata della nostra vita, che alimenta le nostre ansie e ci spinge all’isolamento sociale. Ed è vero che, ora più che mai, è importante non ritrovarsi da soli, nelle stesse quattro mura che fungono anche da ufficio, alla fine della nostra giornata lavorativa. Gli amici rendono l’atmosfera più leggera, ma bisogna sceglierli con attenzione! È evidente che la condizione indispensabile per vivere serenamente sono gli amici che si scelgono: bisogna sapere con chi si sta andando a vivere e/o lavorare. È normale che ci possano essere dei momenti di fraintendimento o di attrito, ma affinché questa situazione non si trasformi in un incubo, bisogna scegliere degli amici fidati e di lunga data, quelli che si conoscono davvero bene, con i quali si è già fatta una vacanza, per esempio. Non bisogna buttarsi in questa avventura con chissà chi.

Potrebbe interessarti - Mi sento sola: 8 modi per colmare quel grande vuoto in me

Il lavoro è un’esperienza umana

Che la cosa ci piaccia o no, bisogna ricordare che il lavoro è anche un’esperienza umana. Un luogo in cui ci si confronta con gli altri, in cui si convive, e si creano momenti di condivisione. Ritrovarsi di punto in bianco a lavorare da remoto implica la perdita di questa esperienza umana e, di conseguenza, il trovarsi faccia a faccia con le nostre incertezze: "Come posso ritrovare la motivazione?", "Quanto vale il mio lavoro?", "Per gli altri esisto ancora?" Etc. Ecco perché lo smart working con gli amici rappresenta, a maggior ragione, un'opportunità efficace e stimolante.

Ci da la possibilità di liberarci dei dubbi che sorgono quando ci ritroviamo soli, e ci fa capire il senso della nozione di “esperienza umana” in ambito lavorativo. Laddove spesso non si comunica più, o male, con i propri colleghi, si comunica meglio e più liberamente con i propri amici. Ci si può aiutare a vicenda e imparare gli uni dagli altri, anche se non si fa lo stesso lavoro. È anche un ottimo modo di ampliare la propria rete di conoscenze, senza pressioni. Infatti, lavorare sulla propria rete di conoscenze, per alcuni, è una grande fonte di stress ma, in questo caso, circondati dai propri amici, ci si riscopre sotto una luce diversa. Alle volte, non sappiamo bene di che cosa si occupano veramente i nostri amici in ambito lavorativo. Adesso, li vediamo veramente all’opera! Come si organizzano? Quali sono le loro problematiche? Che approccio utilizzano? Come si esprimono? Qual è il loro vero compito? Tutte queste domande possono darci una visione ancora più positiva dei nostri amici e magari spingerci verso una voglia di collaborazione. Altrimenti, senza andare troppo lontano, potrebbe essere semplicemente l’occasione di congratularsi con i propri amici, che si scoprono essere molto professionali e preparati. Se invece questa esperienza dovesse regalarci una visione negativa dei nostri amici all’interno del loro ambito professionale, pazienza, li apprezzavamo prima e li apprezzeremo anche adesso; tutto sommato, avremo capito che sarà meglio tenere le nostre vite professionali da una parte e la nostra amicizia dall'altra .

La redazione ti consiglia: Possiamo piangere a lavoro? La chiave per gestire le proprie emozioni


Il parere della redazione: la salute mentale e il lavoro da remoto

Ora come ora, lo smart working resta fortemente consigliato dalle disposizioni governative, con la possibilità di recarsi in ufficio solo qualche giorno a settimana. Non tutti sono fatti per il lavoro da remoto e, per alcuni, il malessere incomincia a farsi sentire. In effetti, secondo alcune stime, la metà dei lavoratori da remoto affermano di soffrire a causa dell’isolamento. Le interazioni sociali, a prescindere dalla loro natura, non devono essere sottovalutate. Lo smart working tra amici può rappresentare dunque una soluzione per colmare la mancanza di contatto sociale, sia a lavoro che nella vita di tutti i giorni. E se questo non è possibile, prova tutte le possibilità esistenti: lavorare con un amico di tanto in tanto, prendere un caffè o pranzare a casa di un collega, fare una videochiamata, farsi una chiacchierata con il panettiere o il vicino di casa, etc. Non esitare a parlare della tua sofferenza con il tuo superiore, i tuoi dirigenti, il tuo medico o un terapeuta.


🤗 Capirsi, accettarsi, essere felici... Qui e ora ! 
#BornToBeMe

Contatta uno psicologo


Articolo suggerito da
Ginevra, Bodano

"Giovane donna sensibile ed empatica, cerco di conquistare il mondo armata del mio corpo minuto e del mio animo grande. L’unico modo che conosco per riuscire ad esprimere ciò che provo è la scrittura, insieme al canto, il disegno, la fotografia, la danza, il teatro… Beh, lo ammetto, non è l’unico, ma..."

Continua a leggere

Gli articoli appena pubblicati

Ansia anticipatoria: perché penso sempre al peggio?

Ti sale l’ansia al solo pensiero del futuro, che si tratti del tuo lavoro o di un semplice pranzo in famiglia? I tuoi cari ti dicono che la tua ansia è immotivata e sei d’accordo con loro? Questa è quella che si chiama ansia anticipatoria, una sensazione che colpisce numerose persone che tendono a pensare sempre al peggio. Ma perché non riusciamo a distogliere i nostri pensieri dal futuro, che sia vicino o lontano? Come liberarsi dell’ansia anticipatoria per vivere più serenamente? Cerchiamo insieme una risposta!

Il sonno polifasico: dormire a più riprese, una buona idea?

Immagina di dormire a intervalli alterni nell’arco di 24h al posto di fare una notte di sonno classica. Non ti convince? Neanche a me! Il sonno polifasico consiste nel frazionare il tempo in cui si dorme su un periodo più ampio. Perché se ne parla tanto? Perché dormire a intervalli separati piuttosto che di fila permetterebbe di sentirsi più riposati. E soprattutto, il sonno polifasico è più adatto a certe persone che ad altre. Scopriamo insieme se è davvero vantaggioso per lottare contro la stanchezza ed essere più efficaci!

Odio lo sport, come farne (un po') senza farlo?

Ci viene spesso detto che, una volta che si comincia a praticarlo, lo sport diventa una droga. È chiaro che non per tutti è così e che, su alcuni, questa droga non ha alcun effetto. Si possono provare varie discipline: palestra, nuoto, jogging… ma, alla fine dei conti, tra andare a correre e togliere i pelucchi dal proprio maglione, alcuni preferiscono sempre la seconda. Peccato che fare un po' di movimento sia davvero necessario…

Iperfagia: comprenderla per liberarsene

Alcune persone non riescono a fare a meno dell'abbuffarsi. È un problema che riguarda molti ed è per questo che è importante capire di cosa si tratta e il modo in cui questa tendenza influenza il rapporto con il nostro corpo e con il cibo. L’iperfagia, cioè l’aumento dell’appetito che diventa quasi incontrollabile, è un disturbo facente parte del gruppo dei disturbi alimentari e può causare grandi sconvolgimenti, sia fisicamente che mentalmente. È importante capire questo disturbo per potersene liberare una volta per tutte. Cerchiamo di chiarirci le idee a riguardo.

Perché mangiare ci fa sentire così bene?

Chi di noi non si mette a mangiare quando è giù di morale? Sempre pronto a strapparti un sorriso, il buon cibo è la soluzione a tutti i momenti tristi e malinconici. Perché mangiare ci fa star bene? C’è una spiegazione scientifica?

Astenia: quando la spossatezza diventa cronica

Tutti noi siamo spesso stanchi e stressati, e questo ci porta a vivere momenti di grande spossatezza in cui ci sentiamo privi di energie, spinti dal solo desiderio di un po’ di riposo. Questo è comune e normale. Ma quando la spossatezza non deriva da uno sforzo fisico né da un periodo di forte stress, e ci fa sentire fin troppo deboli e affaticati, allora potrebbe trattarsi di astenia.

Non voglio separarmi da mio figlio, è un problema?

Nella vita ci sono tante cose che non mi piace fare… Tra queste c’è sicuramente lasciare mio figlio. Anche se devo ammettere che niente mi irrita quanto le persone che mi dicono che dovrei “tagliare il cordone”. Il punto è che purtroppo non amo metterlo in mani altrui ed è sempre molto difficile separarmene. Ma possiamo parlare di un vero e proprio problema?

Vorrei che i miei genitori fossero fieri di me, perché ho così tanto bisogno della loro approvazione?

Ho più di 30 anni ma provo sempre la stessa felicità nell’annunciare un mio successo a mio padre. So che mi rende felice farlo, soprattutto da quando la mamma ci ha lasciati. Però, allo stesso tempo, mi chiedo sempre: perché ho bisogno di sapere che mio padre è fiero di me? Perché, in generale, abbiamo bisogno dell’approvazione dei nostri genitori? Renderli felici è una cosa, ma è bene farsi delle domande se la loro approvazione occupa un posto troppo importante nella nostra vita.

Perché mi vedono come una bambina in famiglia? Sono stanca dell’infantilizzazione!

A breve faccio 32 anni ma in famiglia mi trattano tutti come una bambina. Mi infantilizzano criticando le mie scelte, dalle più importanti a quelle più futili… E come se non bastasse mi dicono cosa fare, senza che nessuno gli abbia chiesto niente. Mi considero ormai abbastanza grande per poter fare le mie scelte e comportarmi come meglio credo! Perché mi trattano così? Come uscire dal meccanismo di infantilizzazione dei genitori o, peggio, dei suoceri? Scopriamolo insieme.

Genitori troppo esigenti: quando si pretende troppo dai figli

Essere genitori è qualcosa di eccezionale, ma è anche tanto difficile. In quanto genitori, siamo consapevoli di poter commettere degli errori, perché anche se cerchiamo di fare sempre del nostro meglio, siamo esseri umani. È cosi, non c’è niente da fare. Nonostante i nostri sforzi, alle volte andiamo oltre ogni limite, ci lamentiamo, esageriamo o chiediamo troppo ai nostri figli. Questo non significa però che non possiamo migliorarci, anzi!

Wengood è anche musica...

Rilassati e ritrova la serenità 😌

Wengood Italia

  1. BerlinRY X
    2:54
  2. 13th of JanuaryPatricia Lalor
    3:00
  3. ExperienceLudovico Einaudi
    5:15
  4. Nuvole BiancheLudovico Einaudi
    5:57
  5. Una MattinaLudovico Einaudi
    3:23
  6. I GiorniLudovico Einaudi
    6:50
  7. PrimaveraLudovico Einaudi
    7:22
  8. Alone Again (Naturally)Gilbert O'Sullivan
    3:36
  9. Skinny LoveBon Iver
    3:58
  10. FlumeBon Iver
    3:39
  11. re:stacksBon Iver
    6:41
  12. Hey, MaBon Iver
    3:36
  13. Back To LifeGiovanni Allevi
    4:38
  14. Secret LoveGiovanni Allevi
    4:32
  15. Come sei veramenteGiovanni Allevi
    6:04
  16. FlowersGiovanni Allevi
    2:59

Gaslighting: l'arte ignobile di manipolare la mente

Gaslighting: l'arte ignobile di manipolare la mente

"Non preoccuparti se gli altri non ti apprezzano. Preoccupati se tu non apprezzi te stesso."


Confucio


Come superare un tradimento? 5 passi fondamentali!

Come superare un tradimento? 5 passi fondamentali!